Segnalazione “Storie per notti qualsiasi” di Dario di Gesù

“Un focolare. La notte che coccola grandi e bambini. Tanti personaggi, reali, mitici, attingenti dai racconti classici, sfileranno davanti a voi e, con un inchino, racconteranno la loro fiaba. Perché il regno del sogno ha mille diverse sfumature. E Dario Di Gesù ci regala uno scorcio su un universo a noi sconosciuto, ma, alla fine, sempre familiare.”

Di cosa stiamo parlando? Del libro “Storie per notti qualsiasi” di Dario Di Gesù, una raccolta di racconti eterogenei per genere e stile edita da Sàga Edizioni.

In questo volume non esiste solo la “buonanotte” e le storie servono sia per la buonanotte che per quelle meno buone. Nei venti racconti che costituiscono la raccolta si trovano storie adatte ad ogni genere di notte, dalle più serene a quelle più insonni, in un caleidoscopio di mondi, personaggi e realtà in cui l’assurdo e l’ironia fanno spesso da padroni.

L’autore: Nato a Palermo il 25 marzo 1984, Dario Di Gesù è cresciuto tra viaggi, letture, giochi e l’interesse verso qualsiasi altro modo per raccontare una “storia”. Laureato in biotecnologie a Pavia, approda infine tra i monti nei pressi di Lucca. Affascinato dal mondo umanistico quanto da quello scientifico, nonché lettore onnivoro, Dario nutre da sempre una passione per ogni declinazione del fantastico e per la scrittura, che esercita sin da giovane. Nel 2021 pubblica il proprio primo racconto, “AtsaEddubba”, all’interno dell’antologia “Halloween Killers”, Sága Edizioni. Le cose cui tiene di più sono la moglie e gli altri affetti. Adora qualsiasi tipo di animale, ma se si dice che i suini siano i suoi preferiti.

Estratto:

Uffa, che pizza!

Rossella voltò pagina.

A Rossella piacevano i libri, ma quello era noioso e scritto male.

Comunque, meglio leggere un libro noioso che parlare con una persona. A lei, le persone non piacevano affatto e a loro lei non piaceva.

Probabilmente perché era una morta vivente. Alle persone vive non piace trovarsi di fronte una che sembra un cadavere ma cammina e fa le loro stesse cose. Forse si tratta d’invidia, forse i rapporti erano incrinati anche dal fatto che Rossella provava ogni tanto a mangiarsele.

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