Sette domande a… Maria Pia Michelini

Cari lettori, con grande piacere vi presento Maria Pia Michelini, la nuova ospite della rubrica “Sette domande a”, una serie di interviste che in questa prima edizione sarà dedicata agli autori della NPS Edizioni.

Maria Pia Michelini è nata e vissuta a Lucca fino a vent’anni, ci è tornata dopo giri e rigiri in Toscana. Passata la cinquantina, raccoglie i frutti di una varietà di esperienze che l’hanno portata a essere veramente felice. Oggi si sente ben piantata su due solide gambe: una è l’attenzione ai bambini, a cui si è sempre dedicata fuori e dentro la Scuola dell’Infanzia; l’altra, la scrittura. Aver trovato “compagni di scuola” di scrittura creativa ha aperto le porte a una passione che stava silenziosa in lei da chissà quanto, forse da sempre. Con loro ha dato vita all’associazione Nati per scrivere. Ha lasciato i suoi racconti in varie antologie: “Tracce”, “Jukebox”, “Tutta colpa dello zodiaco”, “Bestie d’Italia” (NPS Edizioni). Con Panesi Edizioni ha pubblicato il romanzo “Zena la nuda. Per NPS Edizioni, il libro “Tito il dito e l’alieno scoppiettante” e “La meccanica delle vite possibili”. I suoi sogni usciti dal cassetto non aspirano altro che a continuare la corsa verso chi voglia accogliere ciò che lei può offrire con entusiasmo.

Ciao Maria e benvenuta nel mio blog. Pronta per l’intervista? Bene, allora iniziamo subito con la consueta domanda di apertura! Chi è Maria Pia Michelini? Vita, opere, passioni… miracoli!

Maria Pia Michelini.

Eh eh…bella domanda…! Sono la somma e l’effetto di varie vite diverse, dirizzoni, inversioni a U, bivi confusi, eccetera eccetera, che però con la santa pazienza di Dio e delle persone che ho incontrato, hanno prodotto questa tizia in cui ora mi riconosco e comincio ad andarci d’accordo. Quasi quasi mi piaccio, non certo nel fisico sgorbio ma nella sostanza, diciamo così. Potrei dire che faccio l’insegnante nella Scuola dell’Infanzia ma più che faccio, lo sono, dovunque. Ho dentro questa spinta a cercare modi di far venir fuori le persone, da zero a cent’anni, nel loro essere originale e sicuramente unico e meraviglioso. Sono nata e cresciuta imbranata e continuo ad essere fedele a questo aspetto che mi caratterizza; per questo, fin da prima della maturità, ho studiato perché gli altri non patissero questi limiti. Perciò mi sono diplomata come psicomotricista funzionale, quando ancora l’Università in Italia non offriva questo sbocco. E ho continuato e continuo a imparare e cercare di offrire fisio-sviluppo a scuola e non solo. L’altra passione l’ho scoperta verso i quarant’anni ormai lontani, la scrittura. Non ho mai faticato a scrivere, barattavo temi con compiti di matematica, di cui sono andata per anni a ripetizione. Cercando corsi di Scrittura creativa, mi si è aperto un mondo e soprattutto ho trovato persone che ora chiamo famiglia, da cui è nata l’Associazione nati per scrivere e poi la realtà editoriale Nps edizioni. Mi sono messa in gioco continuo a sperimentare e sperimentarmi con le parole, le storie, per grandi e piccini.

Chi sono i tuoi fari culturali, gli autori che ti hanno influenzato maggiormente oi libri che ti sono rimasti particolarmente impressi?

Da ragazza non leggevo un granché e mi rendo conto del vuoto culturale letterario che mi porto addosso. Cerco di rimediare ma so di arrancare. Non ho idee chiare per rispondere a questa domanda. Posso dirti che amo le storie delle persone, le biografie o autobiografie. Ho fatto teatro e già alla maturitàmi appassionai a Pirandello. Ora lo stile che amo e vorrei pian piano assumere è quello di Baricco. In alcuni testi la sua scrittura asciutta, fuori dagli schemi, imprevedibile, mi diverte e mi affascina. Tipo Novecento, MrGwyn, La sposa giovane…

Che tipo di scrittrice sei? Segui degli schemi, delle regole particolari quando scrivi o ti lasci prendere interamente dall’ispirazione?

Maria Pia Michelini

In testa ho sempre e solo il messaggio che voglio trasmettere e il o la protagonista a cui mi affido. Poi parto e mi lascio condurre da lui o lei e i loro che sbucano dalle pagine. Non so dove vado. Sento solo che loro lo hanno più chiaro di me. Quello a cui tengo è di dare qualcosa di positivo, di lasciare sempre una traccia di bellezza e di speranza.

In testa ho sempre e solo il messaggio che voglio trasmettere e il o la protagonista a cui mi affido. Poi parto e mi lascio condurre da lui o lei e i loro che sbucano dalle pagine. Non so dove vado. Sento solo che loro lo hanno più chiaro di me. Quello a cui tengo è di dare qualcosa di positivo, di lasciare sempre una traccia di bellezza e di speranza. C’è già troppo male vero che gira, non mi piace esaltarlo nemmeno nella fantasia. C’è anche tanto bello da scoprire dentro o accanto a noi, vorrei che le persone alzassero lo sguardo e lo vedessero.

Parliamo un po’ della tua produzione letteraria. Con la Nps Edizioni hai pubblicato il romanzo “La meccanica delle vite possibili”. Dovendo riassumere in poche righe la sua storia, senza svelarci troppo, cosa potresti dirci?

Lilly, la protagonista, mi ha portato nel suo tempo, gli anni Sessanta, in una piccola cittadina di provincia nel Michigan. Aveva lasciato casa e famiglia con il papà, e ora vi tornava per il funerale della madre. La copertina rispecchia la storia. Tutto è ancora grigio come quando se ne era andata, ma quando riparte, i colori delle case, dei giardini, delle strade, hanno acquistato luce e colore. E le persone, i fratelli, il vicinato? Chi lo legge lo scoprirà. Ha portato una sé cambiata grazie agli incontri che ha fatto, all’amore delle persone che solitamente vengono giudicate poco raccomandabili.

Davvero interessante! Curiosità: qual è stata la sua genesi, da quali elementi sei partita per scrivere questa storia e che messaggi vuole veicolare?

È nata da una brevissima traccia durante i laboratori di Scrittura creativa frequentati, di cui ho tenuto come reliquie tutti gli appunti. L’ho ripescata per dare vita a un racconto per un concorso. Avevo letto male, doveva essere un romanzo, la scadenza era vicina e in una quindicina di giorni lo sviluppai ma mi piantai sul finale e non feci in tempo a consegnarlo. La meccanica è proprio questo, ce lo dice il vocabolario: scienza che studia il moto e l’equilibrio dei corpi. Non c’è incontro che ti lasci uguale a un attimo prima. Non c’è incontro in cui tu non lasci una traccia di te.

Domanda difficile. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo libro, quali sarebbero e perché?

Profondo, fresco, leggero. Profondo perché racconta di esistenze che traspaiono una loro interiorità. Fresco perché ho cercato di dare ai lettori una piacevolezza anche nei tratti più coinvolgenti. Leggero perché ho cercato di mettere ironia, colore, simpatia nei personaggi e negli eventi. Tutto il raccontabile si può proporre in tanti modi, ci tengo a trattenere chi lo ha tra le mani, senza che si sforzi di restarci per vedere come va a finire.

Nel ringraziarti per questa piacevole intervista, ti saluto con un’altra doverosa domanda di rito. Hai nuovi progetti letterari in vista? Puoi anticiparci qualcosa?

Maria Pia Michelini con l’autore Alessandro Ricci e Alessio Del Debbio, direttore della Nati Per Scrivere.

Sì, ne ho un paio, in realtà iniziati, in attesa che i personaggi mi portino avanti con fantasia e tenacia. Uno è rivolto agli adulti e questa volta sarà un uomo il narratore in prima persona che, raccontando di sé, parla di chi muoverà il romanzo insieme a lui. L’altro è rivolto a un pubblico adolescente. La protagonista antica interrompe continuamente la voce narrante per precisare, commentare e raccontare “a modo suo” le vicende reali e fantastiche che ci stanno dentro.

Grazie di questa chiacchierata digitale. E, per chi vuole, buona lettura!

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