Intervista a Dario Pezzotti, autore del libro “Il Settimo bicchiere – Eterno oblio”

L’autore Dario Pezzotti.

Esiste un locale in cui è possibile bere fino a dimenticare… ma il prezzo da pagare è oscuro come il luogo che accoglie le anime disposte ad arrendersi all’oblio: sprofondare nel puro e sconfinato abisso. Con “Il Settimo bicchiere – Eterno oblio” Dario Pezzotti – forte di una penna “folle”, dedita a uno stile oscuro, a tratti onirico – ci porta nei meandri più contorti della mente umana, in quelle intricate regioni buie in cui ricordi, percezioni e sentimenti si intrecciano e si scontrano con il suadente strapotere del nulla. Dario Pezzotti, nato il 9 ottobre 1978, vive a Palazzolo sull’Oglio in provincia di Brescia. Appassionato lettore, adora i romanzi di Stephen King. I suoi racconti spaziano dal fantastico al dramma, ma hanno tutti un elemento in comune: l’oscurità dell’animo umano. E nel suo “Il Settimo bicchiere – Eterno oblio”, edito da Edizioni Open, l’autore ci offre una storia molto particolare, pregna di significati importanti e costellata di tanti spunti di riflessione. Il rimando al coraggio dell’esserci in quanto coscienza è preponderante, così come il concetto del viaggio introspettivo e della lotta contro le paure più ataviche dell’essere umano. Ma lasciamo che sia lo stesso Dario a parlarci della sua ultima fatica letteraria e a raccontarsi ai lettori.

Chi è Dario Pezzotti nella vita di tutti i giorni e… dietro alla sua “penna”?

Chi è Dario Pezzotti? Innanzitutto un sognatore. Quando la vita reale mi costringe a tenere i piedi per terra, mi occupo della programmazione del lavoro presso un’azienda metalmeccanica. Ho una moglie e due figlie gemelle che mi sopportano. Per me scrivere equivale ad aprire le porte di mondi magici, meravigliosi e terribili.

Domanda obbligatoria. Quali sono gli autori che ti hanno influenzato maggiormente e quali libri ti sono rimasti particolarmente impressi?

Penso che nessuno si stupisca nello scoprire che il mio scrittore preferito è Stephen King. Per quanto riguarda i libri, la lista sarebbe lunghissima. Mi limito a citarne alcuni: La Torre Nera, Pet Sematary e 22 11 63. Ma ovviamente non c’è solo King nel mio cuore. Sfera di Michael Crichton, Fuoco freddo di Dean Koontz, I ragazzi di via Pal di Ferenc Molnar, Il gioco di Ender di Orson Scott Card, Nube di passeri di Takashi Matsuoka, Il mulino dei dodici corvi di Olfried Preussler… ma al primo posto, e non sto scherzando, c’è Pinocchio di Collodi.

Il Settimo Bicchiere ha avuto origine su Edizioni Open attraverso il sistema “serie a episodi”. Cosa deve aspettarsi il lettore in questa “nuova veste”?

In questa nuova veste, il lettore deve aspettarsi una storia migliore, più fluida.

Senza svelarci troppo, di cosa parla questa storia? I toni oscuri, quasi eterei, erano pensati in questo modo sin dalla prima stesura?

Eterno Oblio è la storia di un dramma. Ellen, la protagonista, decide di suicidarsi in seguito alla morte del suo unico figlio. In fondo è una donna debole, e quando un misterioso mendicante le offrirà la possibilità di dimenticare, non saprà resistere alla tentazione. Un bar, bicchieri opachi. Fumo di sigarette e bourbon. Sette bicchieri per scivolare nell’Oblio, un sorso per volta. Bere per dimenticare, sì, ma a che prezzo? I toni oscuri e onirici erano voluti fin dall’inizio. Volevo che il lettore provasse la sensazione di trovarsi egli stesso in balia delle onde dell’alcol.

Sei tra i primi autori ad aver pubblicato con Edizioni Open da quando questa piattaforma ha deciso di tuffarsi nell’intricato mondo dell’editoria. Come definiresti il tuo rapporto con essa, sia prima che dopo tale passaggio?

Il mio rapporto con l’editoria è ancora alle primissime armi. Adoro inventare storie, e provo a farlo al meglio delle mie capacità. Studio, progettazione dell’intreccio e dei personaggi. Pubblicare con CE, self o su un quaderno da far leggere ad amici e parenti, il mio modo di approcciarmi alla scrittura non cambia. C’è però da dire che appoggiandosi a una casa editrice (seria) si ha la possibilità di essere seguiti da un gruppo di professionisti. Per quanto riguarda il rapporto con Edizioni Open nello specifico, penso non sia cambiato. Prima io scrivevo e loro mi leggevano, adesso io scrivo e loro mi leggono (e sopportano).

A conclusione di questo progetto letterario, c’è qualcuno che vuoi ringraziare?

Innanzitutto desidero ringraziare la mia famiglia. Quando scrivo mi isolo e divento insopportabile. Ci vuole una bella pazienza! Poi non dimentico gli amici di Edizioni Open che hanno creduto in me. Ma il grazie più sentito va a chi ha letto le mie storie e a chi le leggerà (tu compreso, Giuseppe).

Ti lascio con una domanda difficilissima. Perché leggere Dario Pezzotti e Il Settimo Bicchiere Eterno Oblio?

Perché leggere Dario Pezzotti e Il Settimo Bicchiere Eterno Oblio? Domanda iper-difficile. Forse per la capacità di mettere in luce l’oscurità dell’animo umano. L’importante è che il lettore non pretenda una storia perfetta. Io sono un sognatore: ne conoscete uno che non sia imperfetto.

Scheda: Il Settimo Bicchiere – Eterno Oblio

3 Responses

  • Bellissima intervista a uno dei personaggi più oscuri e folli che abbia avuto il piacere di leggere.

  • Sono di parte, Dario è “dei nostri” e quindi le sue interviste mi piacciono a prescindere. Grazie Giuseppe per aver colto il senso della storie e aver introdotto così bene l’intervista.

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