Intervista alla “Strega scrittrice” Giovanna Iammucci

Giovanna Iammucci.

Scrittrice attiva nell’ambito culturale e sociale, amante della poesia con composizioni personali in versi, pubblicista dedita alla stesura di articoli letterari e attrice di monologhi teatrali. Di chi sto parlando? Della bravissima e simpaticissima Giovanna Iammucci, colei che ama definirsi “Strega scrittrice”, tanto passionale quanto folle nel suo estro, attenta a trattare con una certa maturità – e sensibilità – molti argomenti legati al significato dell’essere donna, una donna che, giorno dopo giorno, combatte costantemente per tenere alti i vessilli della sua essenza primordiale. Ed è proprio questo il messaggio veicolato da “Memorie di una strega”, un libro che parla del coraggio di essere se stessi, quel coraggio che è principio di ogni cosa, quel coraggio che ci rende unici, ci rende esseri umani vincenti.

Giovanna Iammucci è nata a Torino nel 1980, da papà beneventano e mamma salernitana. Fin da piccola ama la lettura, la scrittura, l’arte in generale e gli animali. Ha scritto tre libri, “L’altra metà dei miei occhi”, “Memorie di una strega” ed “Erebos ed Aither”, mentre numerose poesie hanno ottenuto vari riconoscimenti, fra cui due in particolari: “A mia madre” e “Amami”, diventate in seguito video poesie lette da Alessandro Quasimodo, figlio di Salvatore. Con “Memorie di una Strega” ha ottenuto il secondo posto nel premio Internazionale Salvatore Quasimodo nella sezione narrativa edita della Aletti Editore, nel 2017. Molte sue poesie sono state pubblicate in varie antologie, così come alcuni racconti, fra cui “Il filo rosso”, nell’antologia Lettere d’amore del Saggio Editore.

Quando e come nasce la Giovanna Iammucci scrittrice?

Credo che il “quando” per me non sia mai esistito, nel senso che fin da piccola, preferivo scrivere, disegnare e creare storie piuttosto di vedere la tv o giocare con le bambole (al limite preferivo i soldatini e l’avventura). Come scrittrice che decide di pubblicare il suo libro, potrei collocarlo nel 2005- 2006, quando iniziai a mandare racconti e poesie a varie case editrici, fino alla svolta, nel 2013, con L’altra metà dei miei occhi. Se avessi creduto in me, non avrei mai spedito i miei manoscritti.

Chi sono i tuoi fari culturali? Quali sono gli scrittori con i quali ti senti affine o che preferisci leggere?

Fin da piccola ho letto molto i classici, come La Sirenetta (quella originale, dove lei muore), o Piccole donne, per non parlare delle fiabe di Andersen e I tre moschettieri. Crescendo ho continuato a leggere i classici, cambiando un po’ genere (Lolita, La lettera scarlatta, Dracula), aggiungendo altri autori, fra cui una delle mie scrittrici preferite, Marguerite Duras: grazie a lei ed una frase di un suo libro, ho avuto la consapevolezza che la mia strada era quella della scrittura. In genere mi piace la lettura, prediligo meno la fantascienza e i saggi, ma se un libro mi cattura, non guardo il genere. Leggo molto gli autori emergenti, e devo dire che spesso, sono una piacevole sorpresa (ogni riferimento è puramente casuale).

Scrittrice attiva nell’ambito culturale e sociale, amante della poesia con composizioni personali in versi, pubblicista dedita alla stesura di articoli letterari e attrice di monologhi teatrali. Non sei di certo un’autrice che si improvvisa tale dall’oggi al domani. Dunque, che cosa rappresenta per te scrivere?

Quanti complimenti, troppo buono, grazie! E che bella domanda! Scrivere è tutto, è l’immensità, è un miscuglio di emozioni, è gioia, è disperazione, è solitudine che cerchi quando il mondo va a rotoli, ma anche quando va bene, perché, come ogni cosa indispensabile, non riesci a farne a meno. Potrei dire che scrivere è respirare aria pulita in un mondo inquinato.

A tal proposito, che rapporto intercorre tra te e il mondo dei social? Quanta importanza riveste?

Fra me e i social c’è lo stesso rapporto di una coppia che ormai si frequenta da tempo ma non si comprende mai completamente: di certo riconosco l’importanza dei social, sia a livello culturale che pubblicitario (se ne si fa buon uso, ovviamente), però io preferisco il contatto umano, sia con i miei lettori sia con le persone, poiché potremmo andare avanti quanto ci pare ma nulla può sostituire un abbraccio o un qualsiasi tocco.

In “Memorie di una strega” parli di un’epoca in cui la superstizione si nutre dell’ignoranza e la donna combatte costantemente per tenere alti i vessilli della sua essenza primordiale. La sensibilità con cui hai trattato questa storia dimostra una certa maturità nell’affrontare argomenti piuttosto delicati, a tratti, riconducibili alla società odierna. Sono i significati cardine che hai voluto veicolare attraverso il tuo libro?

Hai centrato in pieno: infatti ho voluto, attraverso Isabetta (la protagonista di Memorie di una strega), porre l’accento non solo al periodo buio della caccia alle streghe, ma anche alla condizione della donna che tutt’ora è considerata ancora “strega”: cambiano i modi, le condizioni, le torture, ma le violenze, mai. Quindi il coraggio di essere se stessi è il principio di ogni cosa: se si lotta senza credere, si è già perdenti.

Nei tuoi scritti, dunque, l’universo femminile ha una rilevanza particolare. Dai voce a donne forti, che raccontano la propria prepotente affermazione. Quanto c’è di te nei tuoi personaggi?

Ogni personaggio è un po’ di me, essendo mie creature, soprattutto Isabetta e Lavinia, la protagonista di L’altra metà dei miei occhi. In Erebos e Aither, narro 14 storie, quindi ci sono tanti personaggi, ma ognuno con una mia impercettibile caratteristica. Quella più evidente, è la forza e la passione, che prepotentemente si fanno spazio anche nei miei scritti.

Domanda difficile: tre aggettivi per definire Giovanna Iammucci come scrittrice.

Perché le altre domande erano facili? Di sicuro severa, passionale e folle. Il tutto racchiuso, ovviamente, nella parola “Strega”. Non dimenticare che sono la strega scrittrice!

In ambito letterario, hai già un prossimo progetto nel cassetto? Vuoi parlarcene?

In realtà ho i cassetti talmente pieni che se qualcuno ha una cassettiera da vendermi, pure di seconda mano, la compro volentieri! Ho due libri finiti e uno che sto per terminare. Non vi anticipo nulla ma credo che presto uno dei tre vedrà la pubblicazione!

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