Tra mondo reale e mondo virtuale. “Inganno imperfetto”, una serie Edizioni Open targata Andrea Bindella

Recensione di Antonino Trovato

L’autore Andrea Bindella.

Oggi vi presento la serie Edizioni Open dal titolo “Inganno imperfetto” di Andrea Bindella. Andrea è nato a Perugia e a dodici anni ha iniziato a scrivere la sua prima opera, un libro di fantascienza intitolato Il Ritorno delle Furie e “pubblicato” su un quaderno a quadretti, di quelli che si usavano alle medie. Dopo il “capolavoro” d’esordio delle medie, continua a scrivere altre storie, tenendole tutte però, ben nascoste in un cassetto, convinto che il livello qualitativo dei suoi testi non sia sufficiente per essere proposto a un pubblico più vasto della propria famiglia. Quando la crisi finanziaria ed economica del 2008 travolge il suo settore professionale e tutto sembra perduto, ogni sacrificio fatto in quegli anni buttato al vento, Andrea trova la forza e il sostegno per andare avanti proprio nella scrittura: capisce che non serve piangersi addosso e che occorre rimboccarsi le maniche. Scrivere lo spinge a una continua riscoperta e crescita interiore; attraverso le parole, Andrea condivide riflessioni e tematiche riguardanti la vita di ogni giorno, cercando sempre il confronto per ampliare la propria apertura mentale e soddisfare la propria insaziabile curiosità.

Dopo questa breve presentazione, diamo spazio alla recensione: La prima stagione di “Inganno imperfetto” — il primo tassello di una Serie a sfondo fantascientifico giunta al terzo episodio della seconda stagione e che promette certamente la stesura di una terza — ha già in sé la forza, nonché il carattere, di sapervi stupire, di creare in voi quel senso imperscrutabile di inquietudine, mistero e curiosità. La trama si sviluppa attraverso gl’intrecci dei vari protagonisti che vivono le loro esistenze divisi tra realtà e virtualità, una condizione diventata per loro ormai imprescindibile. Il lettore verrà trascinato da una situazione all’altra, da una “sessione di gioco” ad un vissuto ritenuto “reale” grazie a rapide descrizioni, dialoghi fluidi e serrati che rendono l’intera opera scorrevole e immediata nonostante i repentini cambi di scena. Tutto ruota attorno alla fantomatica, quanto famigerata, Game Enterprise, una società avvolta nel mistero che però “tiene in pugno” la vita e i pensieri della gente per mano di un “gioco”, un’esperienza oltre-reale in grado di proiettare chiunque (e voi) nelle più disparate situazioni: si và da un combattimento a sfondo fantasy ad una violenta rapina in banca, da un rapporto sessuale con un ragazzo inesperto ad un omicidio effererato e follemente sadico. Un “gioco” in cui emerge probabilmente la vera natura — e i desideri — delle parti in causa, una realtà che incatena e avvinghia ognuno di loro attraverso sofisticati chip nel cervello, tanto da rendere la partecipazione a queste “sessioni” una vera e propria dipendenza. Ma qualcosa inizia a muoversi, laddove persino la cosiddetta “vera realtà” viene messa in dubbio: Jack Bauer, redivivo hacker, entra in contatto con un gruppo di “sovversivi” che ha come obiettivo smascherare la falsità che li avvolge con l’ausilio di un’intelligenza artificiale da loro creata; Peter, dipendente della Game Enterprise, subisce un potente shock mentre era collegato alla console e da allora, più che ammirare la normale quotidianità, osserverà terrorizzato una realtà nauseante (sarà quella vera?) coinvolgendo anche i suoi amici, lasciando altresì supporre una sorta di malfunzionamento — o manomissione? — del sistema; infine John Anderson, efferato killer nel gioco dal nome Alan, che nella “realtà” -— da lui stesso definita una “prigione senza sbarre” — lavora all’operazione Ulisse assieme alla polizia… un progetto che ha come radice la creazione di un malware… Insomma, ritmo incalzante, emozioni continue, misteri e rivelazioni vi condurranno ad una lettura appassionante, vivida e “reale”; e come se non bastasse, l’autore vi farà riflettere non solo sulla deriva della nostra modernità, sempre più “ingabbiata” da un’esistenza virtuale, ma anche sulla stessa realtà che ci circonda. Vien da chiedersi: la nostra vita, i nostri gesti, i nostri stessi pensieri, sono davvero parte del nostro vissuto? Abbiamo davvero un’essenza autonoma in grado di determinare e dominare il mondo così come lo vediamo? Possediamo la verità? Per adesso, è giusto godersi questo piccolo romanzo orchestrato con perizia e bravura in attesa di poter contemplare l’opera nella sua interezza, nonché in attesa di una verità per noi (forse) sconvolgente.

Eccovi anche un piccolo stralcio tratto dal decimo episodio della prima stagione della Serie, dal titolo “Cassidy“:

“«No!» urlò Baphomet, mentre il suo computer esplodeva, scagliandolo all’indietro a qualche metro di distanza dal tavolo.

«Scollegamento d’emergenza!» urlò Cassidy, apparendo all’improvviso carponi vicino a Baphomet. «Tutto bene?» chiese all’uomo.

«Ci hanno scoperti…» borbottò Baphomet, annuendo. «Cassidy, sai cosa fare. Non ti preoccupare per noi, ce la caveremo».

Il soffitto e le mura della stanza iniziarono a tremare e in pochi secondi finirono in mille pezzi. Il cielo sopra le loro teste divenne nero e i computer sul tavolo esplosero uno ad uno, mandando i tre uomini gambe all’aria.

«Ci vediamo dall’altra parte!» urlò Balac, scomparendo.

«Jack, in qualche modo ti contatteremo» urlò Baphomet poco prima di scomparire.”

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