Alla scoperta dei magici “Incantesimi” di Giuseppe Gallato

 

Debora Aprile.

Articolo di Debora Aprile

 

 

 

 

 

 

Incantesimi nelle vie della memoria” è una raccolta di dieci racconti, dello scrittore e giornalista Giuseppe Gallato, che oscilla dal fantasy allo sci- fi, ricco di ambientazioni dark e con una fortissima contaminazione filosofica, frutto degli studi universitari dell’autore. Un libro che, attraverso le trame descritte, espone ed esplica il fenomeno della onironautica e dei così detti “Incantesimi”, vero fulcro dell’antologia.

Difatti, l’obiettivo che si pone quest’ultima non è limitato alla semplice

narrazione di storie atte ad intrattenere il lettore, bensì vuole spronarlo a riflettere sul reale e l’irreale, come citato nell’introduzione dello scrittore: “C’è un interrogativo che da sempre appassiona chi si dedica alla riflessione sul mondo onirico. Qual è la relazione che, in tale contesto, intercorre tra realtà e sogno?

Già dalle frasi d’apertura, presenti all’interno del primo racconto
della raccolta “Echi oltre confine”, possiamo pregustare l’aria che si respirerà durante il corso della lettura del libro. Un incipit coinvolgente che, alla fine, risulterà quasi come un monito lanciato ai lettori:

 

“Questo viaggio è memoria…

Questo viaggio è realtà…

Questo viaggio è illusione…”

 

Uno dei punti di forza dell’opera è celato proprio tra queste righe. Durante la lettura, proprio come i protagonisti delle storie, veniamo catapultati senza riserve nella dimensione onirica costruita meticolosamente dall’autore, la cui peculiarità è tenerci sospesi su un filo, facendoci interrogare su dove sia il labile confine che, in questo mondo, separa la realtà dalla fantasia, particolarmente nel racconto più significativo e rappresentativo dell’opera “Incantesimi nelle vie della memoria”; o che divide  il bene dal male, come in “Rintocchi di tenebra”.

Domanda che riceverà una risposta nell’epilogo di ogni racconto, il quale ci regalerà quasi sempre un finale inaspettato, pronto a far crollare ogni nostra teoria e ipotesi, senza mai deludere le aspettative.

La narrazione si presenta descrittiva e allo stesso tempo fluida, ma è un altro l’elemento narrativo che contraddistingue lo stile dello scrittore: in quasi ogni racconto, l’incipit viene ripetuto o riformulato nell’explicit, racchiudendolo in questa suggestiva cornice e fornendoci un’ultima, e ulteriore, chiave di lettura.
I racconti sono caratterizzati da un ritmo serrato, particolarmente action, in cui suspense e cliffhanger di certo non mancano. L’esempio più emblematico è la storia de “I codici Etherion” in cui il capitano Jack Loon deve riuscire a salvare il mondo disattivando l’Etherion, in soli sette minuti. L’ansia è palpabile. Man mano che il tempo diminuisce, fino all’azzerarsi del countdown, restiamo in trepidazione.

Come già detto precedentemente, il fantasy descritto non è il solito fantasy. Per l’appunto, il genere è presente nelle sue molteplici declinazioni e sfumature, con un ben radicato background filosofico.

Come si può notare ne “Il Portatore di anime”, il protagonista Ron Grey Shar possiede i tratti tipici dell’antieroe, un guerriero che uccide per giustizia, facendo assumere alla storia un clima più tetro che tende a sfociare nell’horror.

 

“Un passo, il freddo.

Un passo, l’oscurità.

Un passo, l’oblio.

Un passo, il silenzio.”

 

La componente urban si avverte prevalentemente ne “La Messaggera dello specchio”, che si svolge a Dublino, e ne “Il Settimo Custode”, la cui trama si snoda tra il castello di Glamis e Firenze.

Il primo narra le vicende di Debby Morgan, una giovane ragazza che il giorno del suo compleanno scopre di essere pedinata da degli uomini in total black, fino a quando non viene raggiunta dal Sigillo Lloyd Ken Darrel, il quale le rivelerà il suo ruolo all’interno della vicenda.

Il secondo, invece, è una sorta di prequel del racconto che dà il titolo alla raccolta, “Incantesimi nelle vie della memoria”. In seguito alla ricezione di un’insolita lettera, Terzo, si reca al castello di Glamis per affrontare un colloquio con un magnate della finanza, il signor Axiomata.

È soprattutto in questo racconto che il tema dei sogni lucidi è reso a meraviglia, tramite un’impeccabile esposizione della relativa teoria.

 

“Una lettera firmata “Il Custode”.

Era stata quella missiva a piegare la sua curiosità, a condannarlo a quel lungo viaggio, a contaminare i suoi pensieri con il dolce veleno dell’avidità.

Una lettera che Terzo non avrebbe mai dimenticato.”

 

Gli elementi fantascientifici vengono presentati maggiormente ne “I Sigilli dell’Etere”. Un guerriero dei Diw, in seguito ad un’anomalia, riesce a comunicare con l’Etere, durante una crociata di sangue contro i Wrul, creature brutali. Ma sarà proprio questo suo potere, sovrannaturale, a permettergli di creare una nuova fazione, quella dei Ribelli, disposta a salvare il pianeta Terra dalla dominazione Diw.

Anche i temi più attuali e vicini a noi non vengono affatto trascurati, come nel caso degli ultimi due testi della raccolta, last but not least, “Lo spettro dell’oblio” e “Le ombre del passato”.

 

“Quando Dayon aprì le palpebre, ogni cosa ormai gli era chiara. In quella casa si era consumato l’ennesimo dramma della stupidità umana.”

 

Ho amato ogni singolo racconto, senza eccezioni. Ogni singola parola scritta e frase composta. Secondo i miei gusti personali, questa raccolta di racconti è una vera perla, adatta a varie tipologie di lettori. Si tratta di una lettura variegata e interessante, ricca di spunti di riflessione, grazie alle capacità narrative e lo stile inconfondibile dello scrittore.

Leggendo questo libro, l’Incantesimo ha colpito pure me.

“L’Incantesimo è sconfinato… scorre, regna, incombe. Così come l’amore.”

 

Debora Aprile

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